Perché fare teatro a scuola?
Perché “ il corpo pensa”.
Ispirato dal pensiero di Paulo Freire, il Teatro dell’Oppresso assume un atteggiamento non indottrinante ma maieutico: non vuol dare risposte, ma alimentare domande e creare contesti utili per la ricerca collettiva di soluzioni.
Uno dei suoi fondamenti è che “il corpo pensa”, ovvero osserva l’essere umano nella sua globalità di corpo-mente-emozione, dove l’apprendimento e il cambiamento avvengono integrando questi tre aspetti.
Che cosa proponiamo?
Le proposte di formazione di Giolli sono rivolte a studenti e studentesse dalle materne alle superiori e all’università. Comprendono argomenti non strettamente legati alle materie di studio, immaginando una scuola aperta ai temi sociali e culturali che attraversano il contemporaneo. Immaginiamo quindi percorsi di formazione che si rivolgono ai ragazzi e alle ragazze come cittadini e cittadine: come cittadini già nel presente, non come se potessero essere tali solo una volta “usciti” dalla scuola. Questa linea di demarcazione non dovrebbe esistere e la scuola e la vita fuori dalla scuola dovrebbero continuamente alimentarsi l’una dell’altra, poiché sviluppare visioni sul mondo e del mondo è questione insista in ogni momento della nostra esistenza.
Le tematiche che ci stanno a cuore:
- la comunicazione e i suoi mezzi
- cittadinanza attiva
- conflitti
- questioni di genere
- dialogo e relazioni
- legalità
- il lavoro
- diverse diversità
- follia e salute mentale
- storia e storie
- …