Perché formarsi al Teatro dell’Oppresso con un percorso annuale o biennale?
Perché conoscere le tecniche non basta: bisogna comprendere quali usare, dove usarle, come, con che tempi, con quali attenzioni e con quale senso. Tutto questo, ma per aprire alla complessità di ogni intervento e per ampliare il ventaglio delle scelte possibili.
Il Teatro dell’Oppresso viene definito da Augusto Boal come un metodo teatrale ai confini tra teatro, politica, educazione, azione sociale e terapia.
In quanto metodo prevede:
– l’utilizzo di tecniche;
– la cura delle fasi di lavoro;
– particolari attenzioni alla conduzione del gruppo, all’osservazione, alle relazioni e ai processi;
– un processo di ricerca.
Per noi è molto importante non confondere il metodo con le tecniche specifiche: non si fa Teatro dell’Oppresso perché si usa il Teatro-Forum o i Giochi-Esercizi, ma perché si segue un processo di ricerca/liberazione dalle oppressioni e dalle violenze.
Primo anno
Il primo anno è dedicato all’esperienza diretta delle tecniche da parte dei partecipanti e alla comprensione dei fondamenti del metodo.
Secondo anno
Il secondo anno è dedicato a sperimentare la conduzione con feedback continui da parte del gruppo e dei formatori, per prepararsi a diventare facilitatori con questo metodo teatrale.
Il TdO lega assieme la trasformazione dell’individuo, del gruppo e della società
La Formazione Base dura due anni e si svolge in modo intensivo e residenziale per un fine settimana la mese, per 9/10 mesi (ogni anno).
Non è necessario frequentare entrambi gli anni, né obbligatorio frequentarli consecutivamente, mentre, come è ovvio, è complicato frequentare il secondo senza aver frequentato il primo a meno di avere già una conoscenza solida del metodo e delle sue tecniche.